LA MENTE DEL GUERRIERO

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LA MENTE DEL GUERRIERO

Category : DIFESA PERSONALE

Scuola di Krav Maga & Arti Orientali

Un vecchio proverbio dice: L’uomo saggio non si trova mai sul luogo di combattimento. Pienamente d’accordo con questo prezioso proverbio e onestamente potevamo fermarci anche qui; allora perché parlare della mente del guerriero?

1. L’uomo saggio resta sempre l’eccezione.
2. Perché il mondo va sempre peggio con situazioni di violenza…basta vedere i TG.
3. Problemi sociali e familiari portano diversi individui a diventare pericolosi.

Molti esperti di Difesa Personale parlano della condizione a colori, parliamo della condizione Bianca – Gialla – Rossa – Grigia – Nera

Avere la mente del guerriero quando si è in situazioni fuori da un certo contesto di rischio, non è cosa semplice. Per tale ragione, elenco una serie di condizioni che almeno una volta nella vita ci siamo trovati e se così non fosse stato ci auguriamo che ciò non accada, almeno per alcune condizioni.

Condizione Bianca: Siamo distratti e ce ne andiamo in giro senza essere presenti e vigili, anche in zone a rischio. Siamo in un locale e all’uscita ci sono a 30 metri delle persone poco raccomandabili, li vediamo ma restiamo “assenti” dello scenario e proseguiamo tranquillamente per la nostra strada, senza badare a nulla. Questa tipologia di condizione è tipica della preda, come ad esempio le pecore. In effetti, la pecora non è vigile e non presta attenzione all’ambiente circostante, per questo è a rischio. Il battito al minuto potrebbe oscillare dai 60 ai 80, ossia una condizione di totale relax. La salvezza della pecora è il “cane da pastore”.

Condizione Gialla: Quando siamo ad un livello “base” di allerta, in questo caso siamo nella condizione gialla. In effetti il cane è un predatore per natura e sono sempre pronti e in allerta, quindi, anche se domestico conserva sempre il suo istinto primordiale alla sopravvivenza. Ci accorgiamo del gruppo di persone poco raccomandabili, non avendo altra alternativa per tornare indietro, proseguiamo per la nostra strada MA manteniamo uno stato costante di allerta e controllo per una nostra eventuale reazione. In questo caso non esiste una vera e propria differenza cardiaca con la condizione bianca, la situazione è più che altro psicologica.

A tal proposito, possiamo ricordare l’articolo pubblicato qui “Pecore, lupi e cani da pastore” come dal famoso film “American Sniper”.

Condizione Rossa: è una condizione in cui si è in condizioni di sopravvivenza, qui i battiti al minuto potrebbero essere intorno ai 145. Qui le abilità motorie sono messe a dura prova e cominciano a peggiorare. Si cerca di acquisire determinazione alla sopravvivenza, occhi della tigre e pronti a cacciare gli artigli.

Condizione Grigia: è una condizione in cui arriviamo a circa 175 battiti al minuto e in questo caso si iniziano a perdere tutte le abilità motorie più importanti, specialmente per chi non è allenato. In questo caso per calare di condizione, occorre fare dei “respiri” e far calare il battito cercando di concentrarsi.

Condizione Nera: è una condizione in cui si è veramente al massimo della frequenza cardiaca, qui parliamo di un battito al minuto superiore a 175.

Qui fisiologicamente il corpo ha diverse reazioni:
– Attacco o Fuga
– Rigidità muscolare
– Perdita di controllo sfinteri e vescica
– Perdita della visione periferica e inizio visione effetto tunnel
– Esclusione uditiva

Vedi articolo sulla paura – Clicca Qui

Dopo questa sintesi, mi auguro abbastanza esaustiva, giungo ad alcune conclusioni personali, spero condivisibili:
1) Come scuola facciamo sempre la distinzione tra “pratica” e “addestramento”. Possono sembrare 2 cose uguali, ma non lo sono. Il praticante è semplicemente una persona che ha una sua vita sociale e familiare, viene e si allena per il “benessere del corpo e della mente” portando comunque a casa conoscenza ma non si allena per uno scopo che riguarda “qualcosa ad alto rischio”. L’addestramento prevede che una persona si addestri per un fine e uno scopo che vanno sempre al di la del semplice praticante, esempio: militari, missioni ad alto rischio, ecc.
2) Chi si allena lo fa mettendoci tutto l’impegno e sicuramente acquisisce padronanza e tecnica che rispetto ad una persona non allenata, in alcune situazioni a rischio “avrà sempre più vantaggio” ma resta sempre un essere comune mortale come chi si addestra ma avendo altri fini non effettua una pratica “ricca di stress e adrenalina”. Resta difficile
 simulare una situazione tale da scatenare un livello di stress che si avvicini a quello derivante da una situazione nella quale è a rischio la nostra vita o quella dei nostri cari.

È però altrettanto vero che PRATICA + CONOSCENZA = MAGGIORE VANTAGGIO.

Concludiamo che si pratica per il benessere del corpo e della mente e contemporaneamente si apprende metodologia e tattica. Non si può simulare in palestra un assalto con un coltello da macellaio affilato o uno scenario con armi da sparo reali in quanto la posta in gioco è molto alta, siamo umani e non carne da macello. 

Non esistono sistemi che rendono un uomo immortale o invincibile ma solo sistemi che aiutano la persona a “migliorare” grazie all’allenamento e alla conoscenza. Come non esistono armi pericolose e armi meno pericolose…dietro di pericoloso c’è sempre la mente umana. 

Non dobbiamo andare in paranoia diventando tigri anche se siamo al cinema con la compagna ma cerchiamo di non essere pecore, provando a restare in codice giallo come i nostri cani da pastore.